L’isterectomia, ovvero l’asportazione chirurgica dell’utero, è un intervento significativo che può comportare diverse conseguenze e complicanze.

Sebbene in alcuni casi sia necessario, è fondamentale valutare attentamente le indicazioni e considerare le possibili alternative terapeutiche.

Possibili complicanze dell’isterectomia

La rimozione dell’utero può influenzare la struttura e la funzionalità degli organi pelvici.

Tra le complicanze specifiche dell’isterectomia totale si annoverano:

  • Danno agli organi adiacenti – durante l’intervento, esiste il rischio di lesioni a organi vicini come ureteri, vescica e intestino;
  • Prolasso vaginale – l’assenza dell’utero può predisporre al prolasso della cupola vaginale, sebbene alcune tecniche chirurgiche prevedano misure preventive per ridurre questo rischio;
  • Prolasso vescicale (cistocele) – la rimozione dell’utero può alterare il supporto della vescica, aumentando la probabilità di un suo prolasso. I sintomi associati includono pressione o disagio nella regione pelvica, rigonfiamento percepito nell’apertura vaginale, infezioni urinarie ricorrenti, incontinenza urinaria o difficoltà nella minzione.

Indicazioni per l’isterectomia

L’isterectomia dovrebbe essere considerata principalmente quando altre opzioni terapeutiche si sono rivelate inefficaci o non appropriate.

Le principali indicazioni includono:

  • Fibromi uterini sintomatici – in presenza di fibromi di grandi dimensioni che causano dolore o sanguinamenti abbondanti non controllabili con terapie conservative;
  • Sanguinamenti uterini anomali – quando le perdite ematiche non rispondono ai trattamenti medici disponibili;
  • Endometriosi severa – nei casi in cui la malattia provoca sintomi debilitanti e non risponde ad altre terapie;
  • Prolasso uterino – quando l’utero scivola nel canale vaginale causando complicanze come incontinenza urinaria o problemi intestinali.

Alternative all’isterectomia

Prima di procedere con un’isterectomia è essenziale valutare opzioni meno invasive, tra cui:

  • Terapie farmacologiche – l’uso di farmaci ormonali o dispositivi intrauterini medicati può aiutare a gestire condizioni come i sanguinamenti anomali;
  • Ablazione endometriale – procedura che distrugge il rivestimento interno dell’utero per ridurre o eliminare i sanguinamenti eccessivi;
  • Miomectomia – rimozione chirurgica dei fibromi uterini, preservando l’utero;
  • Embolizzazione delle arterie uterine – tecnica che riduce l’afflusso di sangue ai fibromi, causandone la riduzione;
  • Terapie conservative per il prolasso – inizialmente, si possono considerare esercizi di rafforzamento del pavimento pelvico, come gli esercizi di Kegel o l’uso di pessari per supportare gli organi pelvici.

In conclusione: l’isterectomia è un intervento chirurgico che comporta rischi e conseguenze significative. È fondamentale che la decisione di procedere con questa operazione sia presa dopo un’attenta valutazione delle condizioni cliniche della paziente e dopo aver esplorato tutte le possibili alternative terapeutiche.
Un approccio personalizzato e condiviso con la paziente garantisce la scelta del trattamento più appropriato per la sua situazione specifica.

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